Ritorna, per l’anno pastorale 2013-2014, l’iniziativa cinematografica promossa dall’Ufficio per la Cultura della Diocesi di Ragusa con un nuovo percorso di cinema d’autore dal titolo “Orizzonti di corresponsabilità”.
Il percorso, composto da sei film d’autore, corredato di schede di approfondimento e di dibattiti, intende affrontare diversi aspetti della corresponsabilità: la dimensione relazionale dell’essere umano, l’appello dell’altro alla coscienza, la responsabilità di coppia, di famiglia, di giovani, di educatori e di cittadini, l’impegno in una politica di valori, la solidarietà, gli ostacoli e le radici del male, le scelte di vita e il discernimento per la giustizia, il “prezzo” dell’amore.
Nel contesto attuale, particolarmente povero di valori e di senso, urge sempre più riscoprire quell’inesauribile dono di senso dato dall’istituzione della responsabilità radicale: non la responsabilità come «responsabilità per l’io», bensì come «responsabilità indeclinabile per l’altro», anteriorità e priorità sull’io, in specie quando si presenta sotto le vesti del povero, dello straniero, del sofferente.
Le proiezioni cinematografiche saranno precedute da una presentazione del tema generale della rassegna e del film della serata e, per concludere, saranno seguite da dibattiti opportunamente guidati.
L’invito è rivolto particolarmente ai giovani ed a quanti ricoprono ruoli educativi.
L’ingresso è libero e aperto a tutti.
Il percorso “Orizzonti di corresponsabilità” è stato organizzato in collaborazione con il Centro Studi di Spiritualità e Cultura Calicantus e la Cattedra di dialogo tra le culture.
I films in programma
Lunedì 18 novembre (Teatro Naselli – Comiso, ore 20.00)
NOI SIAMO INFINITO
di Stephen Chbosky
(USA 2012, Drammatico/romantico – durata 102 min.)
Basato sull’acclamato romanzo di Stephen Chbosky, anche regista del film, “Noi Siamo Infinito” é una storia profonda e coinvolgente sulle difficoltà di essere adolescente e di trovare il proprio posto nel mondo. Charlie, intelligente, ma timido e insicuro, osserva il mondo intorno a sé tenendosi in disparte. L’incontro con Sam, della quale s’innamora, e con il suo impavido fratellastro Patrick, lo aiuterà a scoprire nuove amicizie, il primo amore, le prime feste e a coltivare il sogno di diventare scrittore. Una storia capace di interrogare tutti, genitori, insegnanti, educatori e giovani adolescenti, sul proprio ruolo di responsabilità in questo mondo.
Lunedì 25 novembre (Teatro Naselli – Comiso, ore 20.00)
ALMANYA. LA MIA FAMIGLIA VA IN GERMANIA
di Yasemin Samdereli
(Germania 2011, Commedia – durata 101 min.)
Attraverso una narrazione tra tragico e grottesco, l’occhio del contadino turco musulmano Huseyn racconta la storia dell’emigrazione della sua famiglia nella Germania degli anni Sessanta, perplesso di fronte a ettolitri di coca-cola e a crocefissi che gli appaiono come cadaveri sanguinanti. È la storia della difficile ricerca d’identità di una famiglia turca che, pur ben salda nelle proprie radici culturali, stenta a ridefinirsi dentro il quadro socio-culturale tedesco. Dinanzi alle recenti e drammatiche notizie di cronaca, è bene tentare di comprendere il punto di vista e il vissuto dell’altro, in specie quando straniero e fuggitivo da una realtà nazionale esasperata, per poter davvero rispondere ai suoi reali bisogni. Produttivi saranno senz’altro i paralleli con l’attuale situazione italiana. Un film che presenta uno dei tanti volti della corresponsabilità.
Lunedì 20 gennaio (Cinema Lumiere – Ragusa, ore 20.00)
THE LADY
di Luc Besson
(Francia/Gran Bretagna 2011, Drammatico – durata 145 min.)
La straordinaria storia dell’attivista birmana Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace nel 1991, tornata libera dopo oltre vent’anni di arresti domiciliari, il 13 novembre 2010, e di suo marito, l’inglese Michael Aris. Nonostante la distanza, le lunghe separazioni e un regime particolarmente ostile, l’amore tra la donna leader del movimento democratico in Birmania e suo marito, durerà sino alla fine. Una storia di dedizione e di umana comprensione all’interno di una situazione politica convulsa, che ancor oggi persiste, ma anche il racconto di una scelta terribile, quella tra la fedeltà alla propria battaglia e l’amore per il compagno. Un film sull’importanza dell’impegno comune, sulla lealtà nell’azione politica, sul senso di responsabilità di fronte ai ruoli assegnati dalla storia e sulla corresponsabilità della protagonista e di chi condivide i suoi ideali nei confronti della Birmania.
Lunedì 27 gennaio – GIORNATA DELLA MEMORIA
(Multisala Golden – Vittoria, ore 20.00)
LA ROSA BIANCA
di Marc Rothemund
(Germania 2005, Drammatico – durata 117 min.)
Quando anche l’istituzione universitaria viene imbavagliata, smette cioè di essere veicolo di confronto nonché di libera circolazione di idee, non può certamente essere la responsabilità di un singolo la causa di tale atrofizzazione antropologica e culturale. Deve esserci una forte corresponsabilità alla base; un sistema ben congegnato dove ognuno svolge, più o meno consapevolmente, il proprio ruolo, affinché venga preservato e difeso il presunto ordine costituito. E perché tale architettura solida e perversa, basata ora sul consenso ora sull’obbedienza a qualsiasi costo, possa essere combattuta, non bastano le idee, pur necessarie, di un singolo, ma una corresponsabilità altrettanto forte, ed in questo caso impiantata sui valori cristiani, da richiedere persino il sacrificio maggiore: la vita. Un film su una pagina di storia poco nota di giovani cristiani ribelli alla dittatura nazista e che invita a riflettere sulla banalità del male (cfr. H. Arendt).
Lunedì 10 febbraio (Cinema Lumiere – Ragusa, ore 20.00)
CARNAGE
di Roman Polanskj
(Francia/Germania/Polonia/Spagna 2011, Commedia – durata 79 min.)
Quando per una serie di circostanze infelici le situazioni precipitano in spirali di cattiveria, odi, rancori e stupidità, soltanto attraverso piccoli e autentici gesti, quali il perdonare e il comprendersi, può intraprendersi un cammino di riappropriazione della vita e dei suoi più preziosi valori. Dinanzi a generazioni di cinquantenni privi di codici morali, forse soltanto la semplicità dei bambini, aurora di nuove generazioni, riesce a ristabilire l’ordine naturale delle cose, la pace. Un’implacabile operetta morale sul fallimento clamoroso dei migliori proponimenti di pace, sull’ incapacità di trovare un minimo accordo su ciò che è giusto fare, o al limite anche solamente su ciò che è giusto dire, sul trionfo dei peggiori istinti, all’interno di un quadro sociale dove nessuno spazio è più lasciato al prendersi cura della propria anima e dell’altro, alla speranza di un mondo migliore. Il film è una lezione da parte del grande maestro polacco sull’importanza della corresponsabilità nell’educazione dei figli e più in generale per la vita delle famiglie e della società. Una corresponsabilità che non può prescindere da una corretta e leale comunicazione.
Lunedì 24 febbraio (Multisala Golden – Vittoria, ore 20.00)
È STATO IL FIGLIO
di Daniele Ciprì
(Italia 2012, Comico/Drammatico – durata 90 min.)
Il regista palermitano declina al passato una tragedia moderna intorno all’uomo agito solo dalla sua volontà di godimento, senza limiti, senza vincoli. Il Nicola di Toni Servillo incarna un’umanità squassata, sgretolata, irriducibilmente comico-tragica, che desidera un appagamento immediato, assoluto, privo di ancoraggi simbolici e destinato a condannare la propria prole. L’amara denuncia di una mentalità stratificatasi nei secoli che tenta imporre la propria legge sopra la norma sociale e che rende l’uomo schiavo di se stesso e del suo stesso male. Una lezione amara sulla corresponsabilità di scelte superficiali dalle conseguenze tragiche. Quale speranza quando i germi di questa mentalità prolificano in tutti i settori sociali? Quale impegno politico quotidiano, quale risposta audace contro il pericolo mafioso?
Il film sarà presentato e commentato dal regista Daniele Ciprì.